Sono passati due anni dall’ operazione di trapianto del lembo dalla
coscia destra al moncone e non credevo di dover scrivere un altro capitolo col
titolo di “bollettino medico” invece eccomi qui di nuovo in convalescenza per
un intervento chirurgico.
Tutto comincia durante le vacanze dell’ agosto del 2013 dopo una
camminata in montagna, sul monte Teide nell’ isola di Tenerife (Canarie) avevo
anche i bastoncini telescopici e non mi immaginavo di fare danni ma quando sono
tornato in camera ho visto perché sentivo un bruciore dietro al ginocchio: si
era aperta un’ ulcera, meno male che ero stato previdente e avevo con me i
cerotti di poliuretano, il cicatrene® e qualche garza. Proseguo i restanti 12 giorni
di vacanza cambiando il cerotto e facendo qualche bagno di mare senza protesi
ma l’ulcera è sempre lì. Torno dalle vacanze e vado all’ ambulatorio lesioni
cutanee del C.T.O. di Firenze dove mi medicano e mi dicono che la guarigione
sarà lunga da raggiungere perché l’ ulcera è profonda, nei mesi successivi
dovrò riprendere la stampella per camminare, smettere di andare in piscina e al
tiro con l’arco perché sento male solo a stare in piedi. Provo a stare un settimana
a casa senza camminare e senza andare al lavoro ma è tutto inutile: l’ ulcera
si infetta e passo il mese di settembre buttando giù antibiotici, sono tornato
al lavoro ma sotto la scrivania sto a protesi smontata per dare aria alla
ferita, due volte alla settimana vado a farmi medicare l’ ulcera.
In ottobre vado ad una gara di tiro con l’arco in costume storico ma la
mattina dopo cammino aggrappato alla stampella perché ho il moncone infiammato
e l’ulcera che fa sangue, torna l’ infezione giù con gli antibiotici un’ altra
volta.
Durante il mese di novembre sparisce l ‘infezione e comincia un lento
miglioramento, ma così lento che a febbraio l’ulcera è ancora lì, non fa
sangue, non è infetta, è grande quanto un unghia ma è sempre lì e io cammino
ancora con la stampella, non vado in piscina, niente arco e cammino il meno
possibile. Adesso basta! La pazienza è finita! Vado a esporre la situazione al
primario del reparto microchirurgia ricostruttiva del C.T.O. prof. M. Innocenti e
il suo verdetto è: sutura percutanea (N.d.A: cucitura) decido per il day
hospital privato presso il centro Day Surgery Bufalini di Firenze per non
attendere oltre, la lista di attesa per l’ ospedale pubblico va dai due ai tre
mesi e io non voglio sudare nella cuffia della protesi perché l’ ulcera si
infetterebbe e poi ho finito la pazienza! :-|
Adesso devo far passare 21 giorni di convalescenza senza indossare la
protesi e poi vediamo quanto resisto con la cucitura.